Residui attivi e passivi

I residui attivi e passivi: cosa sono, come incidono nell' equilibrio di bilancio e quali classificazioni sono da fare in ordine ai residui attivi

I residui rappresentano un' altra delle componenti, insieme ai debiti fuori bilancio che possono contribuire al fatto che siano disattese le previsioni del bilancio previsionale rispetto al rendiconto.

Può accadere difatti, che non tutte le entrate programmate nel previsionale nel corso di un esercizio finanziario siano poi effettivamente riscosse e che non tutte le spese, sempre nel medesimo esercizio, siano effettivamente pagate. Ciò comporta che le spese ancora da riscuotere ancora da pagare vadano a costituire i residui.
Questi ultimi si classificano in attivi passivi. I residui attivi si riferiscono alle entrate e i residui passivi alle uscite.

Ora, proprio perché la presenza dei residui procura il più delle volte il disallineamento tra le entrate e le uscite previste( previsionale) e quelle effettive( rendiconto), è importante che un ente locale conduca una buona gestione dei residui che misuri non solo il loro ammontare ma che sia anche promotrice di una politica di smaltimento degli stessi soprattutto alla chiusura di ogni esercizio finanziario.
La politica di smaltimento è solo però la fase successiva di una preventiva operazione di riaccertamento dei residui attraverso la quale si valuta se effettivamente sussistono ancora le condizioni per conservare tali somme nel rendiconto alla voci di “ credito e debito “.
L' operazione di riaccertamento del resto non è un vezzo ma deriva da una specifica previsione di legge prevista dall' articolo 228 comma 3 del Testo Unico degli Enti Locali secondo il quale: “ Prima dell' inserimento nel conto di bilancio dei residui attivi e passivi, l' ente locale provvede all' operazione di riaccertamento degli stessi, consistente nella revisione delle ragioni del mantenimento in tutto o in parte dei residui “.

Una buona gestione ad esempio dei residui attivi e cioè delle somme ancora da incassare, presuppone una loro distinzione tra crediti di dubbia esigibilità che andrebbero mantenuti in bilancio perché la loro riscossione è considerata ancora probabile e crediti inesigibili reputati non più incassabili sulla base di svariate motivazioni che variano dall' anzianità del credito, alla condizione del debitore contemplando anche le disfunzioni organizzative interne dell' ente locale. Proprio tale tipologia di crediti ( quelli inesigibili) andrebbe stralciata dal bilancio, ossia cancellata, per evitare di inserire a copertura delle uscite, entrate fittizie e cioè inesistenti.



L' andamento dei residui attivi e passivi nel Comune di Napoli: quanti sono in sostanza i soldi che mancano alle voci " entrate " e " uscite " 

L' andamento dei residui attivi ( somme ancora da riscuotere) e dei residui passivi ( somme ancora da pagare) del Comune di Napoli è riportato nel seguente schema che mostra l' ammontare di questi ultimi e il loro andamento a partire dal 2006:
Nella valutazione della performance di un Comune proprio in ordine ai residui attivi e passivi, è necessario valutare rispettivamente le  capacità di riscossione di pagamento dell' ente.  



La gestione dei residui attivi e passivi prima dell' avvento di de Magistris


Dal momento che i residui attivi rappresentano rispettivamente, somme ancora da riscuotere e spese ancora da pagare, la loro analisi risulta fondamentale per capire se le spese complessive previste nel bilancio di competenza, riusciranno ad ottenere una copertura integrale dalle entrate previste. Ricordiamo che il bilancio di competenza è il documento contabile attraverso il quale si effettuano delle previsioni economiche che vanno poi verificate -se attendibili o meno- grazie all'approvazione successiva del  rendiconto consuntivo, alla conclusione di  ogni esercizio finanziario che ha durata annuale. 
La presenza dei residui attivi e passivi all'interno del bilancio di un qualsiasi Comune, impone un' analisi,non solo delle tipologie delle somme ancora da riscuotere  e delle spese ancora da saldare, ma anche una verifica dell' anno in cui esse vanno contestualizzate, ossia il loro grado di anzianità. Ma c'è di più. Ciò che occorre verificare, sono anche le performance del Comuneper risolvere il problema relativo alla loro presenza in bilancio. E' quindi necessario constatare quanto l' ente si impegni nella riscossione (per sopperire alla mancanza di liquidità che giustifica la presenza dei residui attivi che vanno iscritti alla voce "entrate") e quanto si impegni nei pagamenti che se effettuati, andrebbero a ridurre il monte dei residui passivi. E' chiaro che, risolvere la problematica afferente ai residui attivi soprattutto, comporta un aumento della liquidità per il Comune, per cui consequenzialmente ci sono maggiori possibilità di ridurre anche i passivi. Inoltre, per la valutazione delle performance, va considerato anche l' atteggiamento prudenziale che il Comune intende assumere proprio in riferimento alle probabilità negative che potrebbero configurarsi, nel caso in cui non riesca a riscuotere quei residui attivi. 
A tal proposito vanno analizzati la costituzione e l' ammontare del fondo di svalutazione crediti che deve essere congruo e avere come riferimento il totale dei residui attivi stessi. La funzione di tale fondo è infatti proprio quella di sopperire al mancato incasso di quest' ultimi. 
Prima dell'avvento dell' amministrazione comunale targata de Magistris, la situazione era la seguente: 

  • Anno 2008: l' ammontare dei residui attivi era di 3.616. 137.137,66euro . Quindi più di 3 miliardi e mezzo. La costituzione del fondo di svalutazione crediti era pari a 176.581.248,09 euro. La valutazione percentuale della copertura di rischio derivante dal mancato incasso era del 4,88%
  • Anno 2009: l' ammontare dei residui attivi era pari ad3.477.241.817,40 euro. Il fondo di svalutazione crediti ammontava a149.895.053,76 euro e la percentuale della copertura di rischio era pari al 4,31%
  • Anno 2010: il totale dei residui attivi era di 3.346.116.099, 02 euro. La somma destinata al fondo di svalutazione crediti era pari a84.545.193,97 euro. 
All' interno degli stessi residui attivi -che come tali devono essere sottoposti ad azioni di ri-accertamento e quindi poi classificati in crediti di dubbia esigibilità e crediti inesigibili- i crediti di dubbia esigibilità ( quelli che presentano probabilità di riscossione con annesso incasso) nel:
  • 2009 erano pari a 285.333.160,75 euro
  • 2010 ammontavano a 227.411.143,43 euro ( con un decremento rispetto al 2009 del 20%).
Questi almeno furono i totali dichiarati dall'amministrazione comunale retta dalla Iervolino nel 2009 e nel 2010 per quel che concerneva i crediti di dubbia esigibilità. 
Il collegio dei revisori- presieduto dall'attuale assessore al bilancio Salvatore Palma- reputò opportuno invece, rielaborare l' ammontare dei crediti di dubbia esigibilità che si riferivano all'anno 2010. E da quella rielaborazione emerse che il totale era pari a 554.263.751,46 euro (rispetto a quelli dichiarati dell' ammontare di 227.411.143,43 euro) . Si trattò di una ricognizione che tenne conto del profilo giuridico di ogni entrata e dei tempi potenziali di riscossione sulla base di una proiezione a performace costante

Nel 2010 infatti, secondo il parere dei revisori l' amministrazione comunale non aveva ancora chiara la definizione di credito di dubbia esigibilità che andava classificato invece come un credito caratterizzato da un anomalo ritardo nei tempi di incasso per svariati fattori, quali:
  • carenze interne ( disfunzioni organizzative)
  • carenze esterne ( morosità del debitore, contenzioso) 
  • parziale riscossione in tempi relativamente lunghi 
  • non scadenza del termine di prescrizione
Per l' organo di controllo inoltre -soprattutto in virtù del fatto che non si fosse stimata una percentuale di realizzazione dei crediti di dubbia esigibilità, ossia una percentuale che indicasse anche forfettariamente la loro eventuale riscossione- ilfondo di svalutazione crediti non poteva considerarsi capiente( ammontava a soli 84.545.193,97 euro, rispetto ai 3 miliardi e 346 milioni di residui attivi) e inidoneo alla sua funzione.

La capacità di riscossione poi, sempre per quei crediti di dubbia esigibilità, si attestava ad una percentuale:
  • nel 2010 pari al 18,31% 
  • leggermente inferiore al 2009 ( 18,36% ).
 Si tratta in sostanza di numeri troppo bassi per smaltire il monte residui attivi del 2010 che raggiungeva la cifra spropositata di 3 miliardi e 346 milioni di euro.

E anche per i residui passivi la situazione non era certo migliore. Nel 2010 il pagato -rispetto all'impegnato-registrava un incremento (25,88%) di poco superiore al 2009 (24,41%). Ma anche qui l' entità complessiva era tutt'altro che confortante. 
Al 31 dicembre 2010 l' ammontare dei residui passivi, ammontava a  3 miliardi e 379  milioni di euro presentando un incremento rispetto al 2009 ( 3 miliardi e 438 milioni ).



A tal proposito vanno analizzati la costituzione e l' ammontare del fondo di svalutazione crediti che deve essere congruo e avere come riferimento il totale dei residui attivi stessi. La funzione di tale fondo è infatti proprio quella di sopperire al mancato incasso di quest' ultimi. Prima dell'avvento dell' amministrazione comunale targata de Magistris, la situazione era la seguente: 
  • Anno 2008: l' ammontare dei residui attivi era di 3.616. 137.137,66euro . Quindi più di 3 miliardi e mezzo. La costituzione del fondo di svalutazione crediti era pari a 176.581.248,09 euro. La valutazione percentuale della copertura di rischio derivante dal mancato incasso era del 4,88%
  • Anno 2009: l' ammontare dei residui attivi era pari ad3.477.241.817,40 euro. Il fondo di svalutazione crediti ammontava a149.895.053,76 euro e la percentuale della copertura di rischio era pari al 4,31%
  • Anno 2010: il totale dei residui attivi era di 3.346.116.099, 02 euro. La somma destinata al fondo di svalutazione crediti era pari a84.545.193,97 euro. 
All' interno degli stessi residui attivi -che come tali devono essere sottoposti ad azioni di ri-accertamento e quindi poi classificati in crediti di dubbia esigibilità e crediti inesigibili- i crediti di dubbia esigibilità ( quelli che presentano probabilità di riscossione con annesso incasso) nel:
  • 2009 erano pari a 285.333.160,75 euro
  • 2010 ammontavano a 227.411.143,43 euro ( con un decremento rispetto al 2009 del 20%).
Questi almeno furono i totali dichiarati dall'amministrazione comunale retta dalla Iervolino nel 2009 e nel 2010 per quel che concerneva i crediti di dubbia esigibilità. 
Il collegio dei revisori- presieduto dall'attuale assessore al bilancio Salvatore Palma- reputò opportuno invece, rielaborare l' ammontare dei crediti di dubbia esigibilità che si riferivano all'anno 2010. E da quella rielaborazione emerse che il totale era pari a 554.263.751,46 euro (rispetto a quelli dichiarati dell' ammontare di 227.411.143,43 euro) . Si trattò di una ricognizione che tenne conto del profilo giuridico di ogni entrata e dei tempi potenziali di riscossione sulla base di una proiezione a performace costante

Nel 2010 infatti, secondo il parere dei revisori l' amministrazione comunale non aveva ancora chiara la definizione di credito di dubbia esigibilità che andava classificato invece come un credito caratterizzato da un anomalo ritardo nei tempi di incasso per svariati fattori, quali:
  • carenze interne ( disfunzioni organizzative)
  • carenze esterne ( morosità del debitore, contenzioso) 
  • parziale riscossione in tempi relativamente lunghi 
  • non scadenza del termine di prescrizione
Per l' organo di controllo inoltre -soprattutto in virtù del fatto che non si fosse stimata una percentuale di realizzazione dei crediti di dubbia esigibilità, ossia una percentuale che indicasse anche forfettariamente la loro eventuale riscossione- ilfondo di svalutazione crediti non poteva considerarsi capiente( ammontava a soli 84.545.193,97 euro, rispetto ai 3 miliardi e 346 milioni di residui attivi) e inidoneo alla sua funzione.

La capacità di riscossione poi, sempre per quei crediti di dubbia esigibilità, si attestava ad una percentuale:
  • nel 2010 pari al 18,31% 
  • leggermente inferiore al 2009 ( 18,36% ).
 Si tratta in sostanza di numeri troppo bassi per smaltire il monte residui attivi del 2010 che raggiungeva la cifra spropositata di 3 miliardi e 346 milioni di euro.

E anche per i residui passivi la situazione non era certo migliore. Nel 2010 il pagato -rispetto all'impegnato-registrava un incremento (25,88%) di poco superiore al 2009 (24,41%). Ma anche qui l' entità complessiva era tutt'altro che confortante. 
Al 31 dicembre 2010 l' ammontare dei residui passivi, ammontava a  3 miliardi e 379  milioni di euro presentando un incremento rispetto al 2009 ( 3 miliardi e 438 milioni ).
  • Anno 2008: l' ammontare dei residui attivi era di 3.616. 137.137,66euro . Quindi più di 3 miliardi e mezzo. La costituzione del fondo di svalutazione crediti era pari a 176.581.248,09 euro. La valutazione percentuale della copertura di rischio derivante dal mancato incasso era del 4,88%
  • Anno 2009: l' ammontare dei residui attivi era pari ad3.477.241.817,40 euro. Il fondo di svalutazione crediti ammontava a149.895.053,76 euro e la percentuale della copertura di rischio era pari al 4,31%
  • Anno 2010: il totale dei residui attivi era di 3.346.116.099, 02 euro. La somma destinata al fondo di svalutazione crediti era pari a84.545.193,97 euro. 
All' interno degli stessi residui attivi -che come tali devono essere sottoposti ad azioni di ri-accertamento e quindi poi classificati in crediti di dubbia esigibilità e crediti inesigibili- i crediti di dubbia esigibilità ( quelli che presentano probabilità di riscossione con annesso incasso) nel:
  • 2009 erano pari a 285.333.160,75 euro
  • 2010 ammontavano a 227.411.143,43 euro ( con un decremento rispetto al 2009 del 20%).
Questi almeno furono i totali dichiarati dall'amministrazione comunale retta dalla Iervolino nel 2009 e nel 2010 per quel che concerneva i crediti di dubbia esigibilità. Il collegio dei revisori- presieduto dall'attuale assessore al bilancio Salvatore Palma- reputò opportuno invece, rielaborare l' ammontare dei crediti di dubbia esigibilità che si riferivano all'anno 2010. E da quella rielaborazione emerse che il totale era pari a 554.263.751,46 euro (rispetto a quelli dichiarati dell' ammontare di 227.411.143,43 euro) . Si trattò di una ricognizione che tenne conto del profilo giuridico di ogni entrata e dei tempi potenziali di riscossione sulla base di una proiezione a performace costante

Nel 2010 infatti, secondo il parere dei revisori l' amministrazione comunale non aveva ancora chiara la definizione di credito di dubbia esigibilità che andava classificato invece come un credito caratterizzato da un anomalo ritardo nei tempi di incasso per svariati fattori, quali:
  • carenze interne ( disfunzioni organizzative)
  • carenze esterne ( morosità del debitore, contenzioso) 
  • parziale riscossione in tempi relativamente lunghi 
  • non scadenza del termine di prescrizione
Per l' organo di controllo inoltre -soprattutto in virtù del fatto che non si fosse stimata una percentuale di realizzazione dei crediti di dubbia esigibilità, ossia una percentuale che indicasse anche forfettariamente la loro eventuale riscossione- ilfondo di svalutazione crediti non poteva considerarsi capiente( ammontava a soli 84.545.193,97 euro, rispetto ai 3 miliardi e 346 milioni di residui attivi) e inidoneo alla sua funzione.

La capacità di riscossione poi, sempre per quei crediti di dubbia esigibilità, si attestava ad una percentuale:
  • nel 2010 pari al 18,31% 
  • leggermente inferiore al 2009 ( 18,36% ).
 Si tratta in sostanza di numeri troppo bassi per smaltire il monte residui attivi del 2010 che raggiungeva la cifra spropositata di 3 miliardi e 346 milioni di euro.

E anche per i residui passivi la situazione non era certo migliore. Nel 2010 il pagato -rispetto all'impegnato-registrava un incremento (25,88%) di poco superiore al 2009 (24,41%). Ma anche qui l' entità complessiva era tutt'altro che confortante. 
Al 31 dicembre 2010 l' ammontare dei residui passivi, ammontava a  3 miliardi e 379  milioni di euro presentando un incremento rispetto al 2009 ( 3 miliardi e 438 milioni ).


  • 2009 erano pari a 285.333.160,75 euro
  • 2010 ammontavano a 227.411.143,43 euro ( con un decremento rispetto al 2009 del 20%).
Questi almeno furono i totali dichiarati dall'amministrazione comunale retta dalla Iervolino nel 2009 e nel 2010 per quel che concerneva i crediti di dubbia esigibilità. Il collegio dei revisori- presieduto dall'attuale assessore al bilancio Salvatore Palma- reputò opportuno invece, rielaborare l' ammontare dei crediti di dubbia esigibilità che si riferivano all'anno 2010. E da quella rielaborazione emerse che il totale era pari a 554.263.751,46 euro (rispetto a quelli dichiarati dell' ammontare di 227.411.143,43 euro) . Si trattò di una ricognizione che tenne conto del profilo giuridico di ogni entrata e dei tempi potenziali di riscossione sulla base di una proiezione a performace costante
Nel 2010 infatti, secondo il parere dei revisori l' amministrazione comunale non aveva ancora chiara la definizione di credito di dubbia esigibilità che andava classificato invece come un credito caratterizzato da un anomalo ritardo nei tempi di incasso per svariati fattori, quali:
  • carenze interne ( disfunzioni organizzative)
  • carenze esterne ( morosità del debitore, contenzioso) 
  • parziale riscossione in tempi relativamente lunghi 
  • non scadenza del termine di prescrizione
Per l' organo di controllo inoltre -soprattutto in virtù del fatto che non si fosse stimata una percentuale di realizzazione dei crediti di dubbia esigibilità, ossia una percentuale che indicasse anche forfettariamente la loro eventuale riscossione- ilfondo di svalutazione crediti non poteva considerarsi capiente( ammontava a soli 84.545.193,97 euro, rispetto ai 3 miliardi e 346 milioni di residui attivi) e inidoneo alla sua funzione.

La capacità di riscossione poi, sempre per quei crediti di dubbia esigibilità, si attestava ad una percentuale:
  • nel 2010 pari al 18,31% 
  • leggermente inferiore al 2009 ( 18,36% ).
 Si tratta in sostanza di numeri troppo bassi per smaltire il monte residui attivi del 2010 che raggiungeva la cifra spropositata di 3 miliardi e 346 milioni di euro.

E anche per i residui passivi la situazione non era certo migliore. Nel 2010 il pagato -rispetto all'impegnato-registrava un incremento (25,88%) di poco superiore al 2009 (24,41%). Ma anche qui l' entità complessiva era tutt'altro che confortante. 
Al 31 dicembre 2010 l' ammontare dei residui passivi, ammontava a  3 miliardi e 379  milioni di euro presentando un incremento rispetto al 2009 ( 3 miliardi e 438 milioni ).



Nel 2010 infatti, secondo il parere dei revisori l' amministrazione comunale non aveva ancora chiara la definizione di credito di dubbia esigibilità che andava classificato invece come un credito caratterizzato da un anomalo ritardo nei tempi di incasso per svariati fattori, quali:
  • carenze interne ( disfunzioni organizzative)
  • carenze esterne ( morosità del debitore, contenzioso) 
  • parziale riscossione in tempi relativamente lunghi 
  • non scadenza del termine di prescrizione
Per l' organo di controllo inoltre -soprattutto in virtù del fatto che non si fosse stimata una percentuale di realizzazione dei crediti di dubbia esigibilità, ossia una percentuale che indicasse anche forfettariamente la loro eventuale riscossione- ilfondo di svalutazione crediti non poteva considerarsi capiente( ammontava a soli 84.545.193,97 euro, rispetto ai 3 miliardi e 346 milioni di residui attivi) e inidoneo alla sua funzione.

La capacità di riscossione poi, sempre per quei crediti di dubbia esigibilità, si attestava ad una percentuale:
  • nel 2010 pari al 18,31% 
  • leggermente inferiore al 2009 ( 18,36% ).
 Si tratta in sostanza di numeri troppo bassi per smaltire il monte residui attivi del 2010 che raggiungeva la cifra spropositata di 3 miliardi e 346 milioni di euro.

E anche per i residui passivi la situazione non era certo migliore. Nel 2010 il pagato -rispetto all'impegnato- registrava un incremento (25,88%) di poco superiore al 2009 (24,41%). Ma anche qui l' entità complessiva era tutt'altro che confortante. 
Al 31 dicembre 2010 l' ammontare dei residui passivi, ammontava a  3 miliardi e 379  milioni di euro presentando un incremento rispetto al 2009 ( 3 miliardi e 438 milioni ).




































































































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